mercoledì 9 giugno 2010

Capitolo 1: Godzilla Goes to America


La seconda guerra mondiale era finita da dieci anni e tra americani e giapponesi non era più tempo di guerra ma di affari. Due uomini, Joseph E. Levine della Embassy Pictures e Tomoyuki Tanaka della Toho Co. Ltd. stavano trattando su come far invadere gli Stati Uniti dal mostro dei mostri. Il regista Inohiro Honda aveva diretto nel 1954 Gojira (questo il titolo originale di Godzilla), basato sul romanzo dello scrittore Shigeru Kayama. La storia originale non prevedeva che il mostro avesse un nome proprio ma la cinematografia ha le sue regole e la personalizzazione del mostro era un passo essenziale per portare la vicenda sul grande schermo. Godzilla - King of the Monsters, aldilà dei riferimenti espliciti ad alcuni film di fantascienza made in Usa (The beast of 20.000 fathoms del 1953 su tutti) è da molti considerato la risposta giapponese ad un altro grande mostruoso protagonista dello schermo, il King Kong diretto da Ernest B. Schoedsack. Non a caso lo strillo pubblicitario per il film di Honda recitava che «Godzilla make King Kong look like a midget» (tr. Godzilla fa sembrare King Kong un nanerottolo).Il vero nodo della questione non era però creare un mostro "più mostro" di quello americano, piuttosto quello di portare al cinema, in maniera spettacolare e sotto forma di allegoria, il dramma di un paese vittima della bomba atomica. C'era tutta l'intenzione quindi, neanche tanto implicita, di suscitare, o di far emergere, i sensi di colpa anche di un eventuale pubblico americano e internazionale.
Godzilla viene risvegliato proprio da una esplosione atomica per poi distruggere Tokio, così come la bomba americana devastò Hiroshima e Nagasaki. Quando intorno al tavolo Levine e Tanaka discutevano dello sbarco in Usa del “lucertolone”, gli americani non poterono non dire la loro. Ufficialmente la produzione Usa ritenne il film giapponese, così come era, non in grado di attirare pubblico sufficiente a rendere l'operazione redditizia.
Probabilmente l'affermazione poteva anche avere un fondo di verità ma tutto fa pensare che la versione originale del film avesse potuto rappresentare una “patata bollente” per la casa di produzione, nonostante il potenziale commerciale del lungometraggio sulla quale la Embassy Pictures era pronta a scommettere.
Alla fine, con l'abilità che contraddistingue i producer americani, Levine ottenne, in cambio dello sbarco nelle sale USA, che fossero girate ed inserite delle scene prodotte a Hollywood, in modo da rendere più vicino alla cultura occidentale il film. Il regista Terry Morse diresse l'attore Raymond Burr (il noto Perry Mason della TV) nelle riprese del materiale hollywoodiano.
La nuova, o meglio rinnovata, trama vedeva quindi l'attore americano impersonare il giornalista Steve Martin, inviato speciale a Tokio.
Ed è così che, nel 1956, Godzilla debuttò in America. Il successo fu immediato ed andò aldilà delle aspettative dei produttori giapponesi che ritenevano difficile, se non impossibile, che gli americani avessero potuto digerire così facilmente un film che in pratica era un J'accuse contro l'uso della bomba atomica. Il cinema ebbe invece un effetto catartico e la collaborazione tra USA e Giappone continuò con altri film sia di Godzilla che di altri esseri impossibili (Gamera, Rodan, solo per citarne un paio). Tutti i film del genere Kaiju Eiga (lett.“film di mostri”) ebbero un gran successo in quel periodo e crearono schiere di appassionati che ancora oggi ne decretano la fortuna con l'organizzazione di rassegne, pubblicazioni specializzate, convention. Il tutto supportato da un fiorente mercato video che copre
oramai l'intera produzione storica del settore.
E poi, come spesso accade nel cinema, “a volte ritornano”. Se difatti la produzione giapponese dei film di Gojira non si è mai fermata, il mercato USA per un lungo periodo non ha più importato i film del verdone ma il regista Roland Emmerich (Stargate, Independence Day) ha diretto nel 1998 per la Tristar un film di Godzilla ad alto budget e prodotto interamente ad Hollywood.

Nessun commento:

Posta un commento