mercoledì 9 giugno 2010

Lo Staff di Godzilla



La seconda metà degli anni '70 ha segnato il debutto in Marvel di molti nuovi autori che avevano la - grande - responsabilità di non far rimpiangere le storie di Stan Lee e i disegni dei vari Kirby, Romita, Colan, Buscema, che in alcuni casi erano passati ad altri incarichi all'interno della stessa “Casa delle Idee” oppure erano impegnati in avventure editoriali con differenti case editrici. Godzilla, nonostante l'importanza del personaggio, non era certo un flag title per la Marvel e quindi per la realizzazione del mensile vennero incaricati un autore, Doug Moench (foto a sinistra), ed un disegnatore, Herb Trimpe (foto a destra), non sconosciuti ma nemmeno in possesso di grande credito tra i fans. Doug Moench, lo sceneggiatore, non ha goduto di buona critica per un lungo periodo della sua carriera. I suoi detrattori prendendo ad esempio serie quali Moon Knight e Werewolf by Night (da noi Licantropus) non gli hanno risparmiato accuse di trame piatte, di scarso approfondimento psicologico dei personaggi, di banalità dei dialoghi. Queste argomentazioni, se possono anche essere parzialmente condivise soprattutto per il primo periodo della sua carriera, sono state puntualmente smentite dai lavori successivi. Moench è diventato uno dei più importanti sceneggiatori di Batman, con un rapporto tra quantità di storie prodotte e qualità delle stesse difficilmente eguagliabile. L'autore ha poi mostrato le sue doti di scrittore non solo nelle serie regolari, ma anche in quella collana d'autore che è Batman: Legends of the Dark Knight per la quale ha scritto, ad esempio, Prey.
Per quanto riguarda l'impegno con Godzilla, Moench si sofferma poco, salvo alcune eccezioni che vedremo in seguito, sull'introspezione psicologica dei protagonisti. Le storie privilegiano la presenza di mostri avversari, scienziati pazzi, armi fantastiche, pescando a piene mani da tutta la fantascienza pulp e dai B-movies, ambientando le vicende in scenari improbabili (memorabile il nr. 15 della serie, quando Godzilla si trova a fronteggiare dei cowboys in pieno Far West...)
Moench però, forse anche con un pizzico di inconsapevolezza, riesce a rendere affascinante la serie proprio in virtù del contenuto demenzial-fantascientifico che la caratterizza.
Ad affiancare Moench c'è il disegnatore è Herb Trimpe, già al servizio della Marvel dalla fine degli anni '60 quando iniziò il lunghissimo, quasi decennale, impegno con Hulk. Anche se il suo nome non appartiene al gotha dei disegnatori, Trimpe ha nel suo curriculum un evento storico per la Marvel: la creazione grafica ed il debutto di Wolverine, avvenuto in The Incredible Hulk nr. 181 del 1974. Il mutante canadese è il personaggio più importante nato in quel periodo di ricerca e sviluppo tra il '70 e l'80 ed ancora oggi è uno degli eroi di punta del Marvel Universe.
Oggi il lavoro di Trimpe, come tutta la produzione degli anni '70, è in via di rivalutazione, ma all'epoca non entusiasmava i collezionisti e, a parte qualche albo di Iron Man, Daredevil e Marvel Team-Up, la sua carriera si espanse attraverso una serie, G.I. JOE (giugno 1982) di grande successo commerciale, ma destinata più al pubblico dei kids, i ragazzini intorno ai dieci-dodici anni, che non agli appassionati ed i cultori del fumetto.
Trimpe ha avuto comunque il suo riscatto d'autore con la miniserie Machine Man del 1984, scritta da Tom De Falco divenuta un piccolo culto tra i lettori.
Anche Godzilla potrebbe essere considerata una serie “da ragazzini”, ma ad un esame più attento un giudizio simile si potrebbe rivelare superficiale, soprattutto se ci si limita a giudizi critici ed artistici in senso stretto, senza considerare il lato divertente, nostalgico ed anche squisitamente ingenuo dell'operazione.
Lo staff di Godzilla, oltre a Moench e Trimpe, si è, nel corso dei due anni di pubblicazione, arricchito di presenze anche eccellenti.
Due numeri, il 4 ed il 5, sono stati disegnati da Tom Sutton, onesto penciler di quegli anni, mentre il nr. 1 è stato inchiostrato da Jim Mooney, che molti considerano una delle migliori chine che abbia mai avuto L'Uomo Ragno. Via via il ruolo di inker è stato ricoperto da altre buone, a volte grandi, firme: George Tuska (Iron Man, Luke Cage), Klaus Janson (Punisher, inchiostri per Dark Knight returns di Frank Miller), Frank Giacoia (inchiostri per Daredevil e Amazing Spiderman), Tony De Zuniga, Jack Abel. Gli inchiostratori titolari, Fred Kida e Dan Green, non sono invece mai andati aldilà di una notorietà ristretta agli addetti ai lavori.
Il letterista era l'onnipresente John Costanza che avrà ripassato a china milioni di parole in casa Marvel. Alla fine degli anni '70 anche i coloristi divennero degni di menzione nei credits e così onore al merito a Phil Roda e Mary Titus che, con tecniche molto più artigianali di quanto si faccia oggi grazie al computer, rendevano in full-color le storie del verdone. Volendo chiudere il discorso sul team creativo rimane da fare solo una considerazione o, meglio, una recriminazione. Quello che è mancato nel Godzilla della Marvel è un episodio disegnato da Jack Kirby, indimenticato creatore di decine di mostri del fumetto. Un Godzilla di Kirby, o almeno una sua copertina, sarebbe oggi un tesoro inestimabile ma, purtroppo, all'epoca “Jack the King” era troppo occupato con i personaggi di prima linea di casa Marvel e proprio in quei mesi era al lavoro con uno dei suoi capolavori, la famosa storia di Silver Surfer scritta da Stan Lee e pubblicata in un volume dalla Simon e Schuster. Praticamente erano nate le graphic novel...

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