mercoledì 9 giugno 2010

Godzilla: Un Mostro tra gli Eroi


La presenza di mostri, abbiamo visto, si riduce tutto sommato ad apparizioni poco coinvolgenti, limitate alla creazione di imitazioni degli originali giapponesi o a stratagemmi narrativi come quelli di un miniGodzilla in lotta con un vero topo. Il contributo dei personaggi Marvel è di contro costellato di apparizioni e cameo inaspettati e sorprendenti, anche se di livello narrativo incostante.
Il filo conduttore tra il Marvel Universe e Godzilla è rappresentato dallo S.H.I.E.L.D. (Strategic Hazard Intervention Espionage and Logistics Directoriate) una organizzazione governativa con a capo Nick Fury, pluridecorato eroe della II guerra mondiale che, grazie ad una misteriosa formula, ha mantenuto la forza ed il vigore dei suoi anni migliori.
Lo S.H.I.E.L.D. è chiamato sin dall'inizio ad occuparsi di un avvenimento eclatante come l'arrivo del “Re dei mostri” negli USA. Il maggior rappresentante dell'organizzazione, Nick Fury, lascia però sovente la scena al veterano Dum Dum Dugan. Lo S.H.I.E.L.D. si occupa, in linea con la sua ragion d'essere e con una scelta degli autori che potremmo definire politically correct, della sicurezza nazionale e della incolumità dei cittadini americani. Quindi, raramente e sempre con finalità difensive, è protagonista di scontri diretti particolarmente violenti con il King.
Il ruolo dell'organizzazione non va aldilà di quello di spalla, fornendo una sorta di background istituzionale che fa molto “americano” e che non fa altro che concretizzare il residuo di dualismo/antagonismo tra Giappone e USA.
Ma agli occhi del lettore, e del collezionista, è molto più intrigante l'avvicendarsi di altri eroi in costume che, in ventiquattro mesi, hanno avuto a che fare con il più grande personaggio della fantasia made in Japan.
Nel nr. 3 compare un supergruppo anomalo e misconosciuto del mondo Marvel: The Champions. La formazione, quanto mai eterogenea, vede Hercules, i mutanti Iceman e Angel, Darkstar, Black Widow ed il motociclista Ghost Rider. E qui arriva la sorpresa. Senza spiegazione alcuna i Champions visti in Godzilla sono orfani del motociclista dal teschio fiammeggiante e di Darkstar.
E' Iceman a comunicare le assenze ma, mentre per Darkstar l'Uomo Ghiaccio abbozza una spiegazione che viene prontamente interrotta da Black Widow («è momentaneamente fuori a fare il suo...») per Ghost Rider il mutante comunica semplicemente «non so dove sia».
La scelta di queste assenze, apparentemente inspiegabili, in realtà tradisce una motivazione di mercato. Godzilla nasce come pubblicazione per i kids, i ragazzini intorno ai dieci anni o poco più, ed una presenza di un eroe dannato ed infernale come Ghost Rider, dall'aspetto peraltro poco rassicurante, è stata probabilmente considerata sconveniente dagli editor.
La sfida in terra californiana tra il supergruppo di Los Angeles e Godzilla, anche se narrata in maniera frettolosa, non manca di spunti interessanti.
Spicca, ad esempio, la solidarietà tra i componenti mutanti del team di supereroi ed il mostro con il quale condividono lo status di “diversi”, di esseri inaccettati dalla comunità. Ciò crea delle incomprensioni tra gli eroi e lo S.H.I.E.L.D.
Questo contrasto dà in pratica via libera alla furia di Godzilla che, secondo la migliore tradizione del cinema catastrofico, distrugge nientemeno che lo storico ponte Golden Gate nella baia di San Francisco. La distruzione del ponte è uno degli incubi più ricorrenti della popolazione californiana, terra sismica per eccellenza.

E così, ancora una volta, più o meno inconsciamente, ci si serve di un mostro per esorcizzare la realtà, per riderci sopra nel vedere Hercules che tira al “King of the Monsters” pezzi di autostrada come se fossero sassolini.

Da sottolineare la comparsa, in questo stesso albo, di Tony Stark (alias Iron Man) nelle sue funzioni di manager della Stark Corporation. Stark avrà un ruolo importante nello sviluppo della serie non nella sua veste di supereroe, ma proprio come industriale (cfr. cap. “Robot”).
Con la duplice intenzione di fornire una vasta varietà di ambientazioni e di coinvolgere più direttamente i giovani lettori di ogni parte d'America, Godzilla è un instancabile viaggiatore e lo sarà per tutto l'arco dei 24 numeri della serie. Un mostro che, a suo modo, si appropria della cultura on the road, in un viaggio da costa a costa nel quale , alla ricerca di una - impossibile - vita tranquilla, viene a contatto con le più importanti città degli Stati Uniti d'America.
Inevitabile quindi, giunti sulla costa atlantica, non toccare anche la città dei supereroi per eccellenza, New York. E' qui, verso la fine della sua epopea in casa Marvel, che Godzilla si confronta nell'arco di pochi albi (dal nr.20 al nr. 24), con un numero incredibile di personaggi in costume, in una sarabanda i cui toni sono più vicini a una comica finale di teatrale memoria che a una storia d'azione e d'avventura. Il lettore sembra trovarsi di fronte al termine di una farsa, quando tutti i personaggi della recita compaiono in scena per il chiarimento degli equivoci con tanto d' inseguimento intorno al tavolo della sala da pranzo.
Nella parte finale della sua carriera cominciano a prendersi “cura” del mostro i Fantastici Quattro, lo storico gruppo creato nel 1961 da Stan Lee e Jack Kirby. Lo scenario è una delle mete turistiche per eccellenza di chi visita la Grande Mela, il Museo di Storia Naturale. Tra gli scheletri di veri dinosauri avviene uno degli scontri che i fan del Marvel-Godzilla attendevano da tempo: quello contro la Cosa. Con quello che egli stesso definisce «pugno della domenica» La Cosa spedisce il verdone in una vasca di squali vivi, esposti in una sezione speciale del museo. Avuta quindi, almeno provvisoriamente, la meglio i FQ trasportano Godzilla, legato alla loro Fantasticar, nel Baxter Building. Qui prenderà il via l'esperimento di teletrasporto nella preistoria che non sortirà gli effetti voluti ma porterà il mostro a scontrarsi con Devil Dinosaur (cfr. cap. “ American Kaju”). La testata continua a veder calare le vendite e, dopo la parentesi primordiale, ecco che una task force di eroi Marvel tenta di risollevarne le sorti.
Se i Fantastici Quattro e buona parte dello S.H.I.E.L.D. non sono sufficienti ad evitare che Godzilla distrugga tutta New York ecco arrivare in soccorso i Vendicatori, la cui formazione era, all'epoca, Captain America, Thor, Vision, Scarlet Witch, Yellowjacket, Wasp, Iron Man, antecedente quindi alla rivoluzione nell'organico degli Avengers vista nel nr. 181 della serie originale. Ma altri volti noti del Marvel Universe fanno la loro comparsa.
Il direttore del Daily Bugle, J. Jonah Jameson è protagonista di una divertente gag con Godzilla che si “affaccia” alle finestre del palazzo della redazione. La presenza di Jameson è il preludio ad una futura apparizione di Spiderman alias Peter Parker che, come vedremo, ci sarà ma si rivelerà meno eclatante di quanto i fans speravano.
Vendicatori e Fantastici Quattro proseguono la lotta contro Godzilla anche nel numero successivo, purtroppo l'ultimo, senza comunque ottenere grandi risultati. L'unico infatti che convincerà Godzilla a cessare le ostilità sarà, come sappiamo, Rob Takiguchi, il dodicenne nipote dello scienziato che ha seguito Godzilla sino in America.
Ma c'è ancora tempo, finalmente, per una apparizione, nella penultima tavola della serie, di Spiderman, che si limita però a scattare delle fotografie al verdone per poi rivenderle, nelle vesti di Peter Parker, a J.J. Jameson.
Spiderman afferma testualmente di «essere giunto troppo tardi per partecipare alla festa». La battuta è pronunciata, o meglio pensata, nell'unica vignetta nella storia mondiale del fumetto che ritrae insieme L'Uomo Ragno e Godzilla, un team-up dal quale i lettori avrebbero potuto ottenere qualcosa di più se la collana non avesse oramai esaurito il ciclo.

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